uno spazio mentale che lavora a bassa intensita’, uno spazio che ha trasformato la vita post uterina in una societa’ uterocentrica. L’utero assunto come metáfora e’ uno spazio isolato a-relazionale uno spazio dove esigere la soddisfazione del proprio rapporto di dipendenza . La doppia distanza chiamata relazione si sostitusce per una co-asímmetrica e fisiológicamente statica distanza stabilita a priori dalle parti, ognuna sordamente vocata alla métrica dell oggetto, ognuna determinata dal proprio esistere permanentemente nella condizione di esigenza, alla ricerca continua di uno spazio d’accettazione irrealizzabile a partire da questa propia condizione. Il Post-relazionale , l ‘idea incompibile della placenta rappresenta quel segmento piegato verso l’ interno, che non è l’interiore, che e’ l’individuo isolato, l individuo svincolato, gli individui isolati, gli individui svincolati, moltitudine strutturata a partire dall’esigenza strutturante, moltitudine strutturante a partire dall’esigenza strutturata, una successione di segmenti che da forma alla spirale della negazione dell’altro. La violenza. Uno spazio mentale, la mappa su cui si costruisce la rappresentazione di spazio-corporale, dove si origina la libertà automatizzata del bello del movimiento e del consumo .